La nostra vocazione personale, punto di riferimento per guadagnare anime a Dio
Riflessione in preparazione alla festa liturgica del Beato Luigi M. Monti
Luigi Monti agli inizi del 1885 scrisse alle case dell’Istituto da lui fondato una lettera circolare: portava la data del 2 febbraio festa della presentazione del Signore al Tempio, divenuta poi anche giornata della vita consacrata. La lettera si presenta come un insegnamento per raggiungere la salvezza e la pienezza della vita; vi sono racchiuse esortazioni e raccomandazioni.
Essa mette in luce due aspetti importanti per ogni cristiano in generale e per un consacrato in particolare.
1) In primo luogo, il beato L. Monti in questa lettera esorta i suoi fratelli e noi tutti oggi a ricorrere sempre, nella preghiera, a Dio e a Maria per ogni necessità. Deve essere una preghiera fervente per ottenere grazia e aiuto. Proprio perché ogni grazia, ogni buon proposito, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce, e solo la preghiera è il mezzo adeguato ad accedervi.
2) Il secondo aspetto che questa lettera mette in luce è: la consapevolezza e la cura della propria vocazione. La vocazione è una chiamata che viene da Dio; è lui che chiama e dispone tutto per una missione. Ma spetta a noi curare la nostra vocazione. In questa lettera circolare, questo aspetto della vocazione come chiamata a svolgere e adempiere una missione da parte di Dio è ben evidenziato in queste parole del Beato Luigi Monti: “…spero che ognuno avrà premura della propria salvezza e santificazione e col buon esempio procurerà anime a Dio”. In parole semplici, il nostro Beato ha sintetizzato lo scopo della vocazione cristiana. Vale a dire che la vocazione consiste, ossia è per la salvezza, per la santificazione e per guadagnare anime per Dio. La nostra vita quindi deve corrispondere alla nostra vocazione.
- La vocazione come/per la nostra santificazione: è nella preghiera che otteniamo la santificazione della nostra vita. Per questo, il Beato L. Monti diceva ai suoi fratelli e figli questo: “si stia con Dio, e si parli sovente di Dio” (cf. Diario del Beato). Poiché chi sta con Dio e parla con Lui e di Lui, trova la grazia di vivere la sua vocazione secondo il disegno di Dio.
- Vocazione per la propria salvezza: a questo proposito, il nostro Beato in altra lettera scrive: “ognuno scambievolmente si animi alla confidenza amorosa con Dio”. Siamo salvati per amore di Dio: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,15). Queste parole del Beato trovano la propria base in un brano del Vangelo di S. Giovanni che si legge il giorno dell’esaltazione della Santa Croce. Chi non crede nel Figlio di Dio unigenito, non ha la vita eterna; fuori di Lui non c’è salvezza dice S. Giovanni in 3,15-18. E di conseguenza la confidenza in questo amore di Dio ci procura Salvezza dice il Beato L. Monti.
- La vocazione è per guadagnare anime per Dio: “Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” scrive S. Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi (cf. 1Cor 11,1). Come S. Paolo, il beato L. Monti sa che non esiste un altro modo per guadagnare anime se non quello di essere noi stessi un buon esempio di vita nel parlare, nel vestire, nel pregare, nel fare qualunque cosa. Per questo il Beato Monti raccomanda il buon esempio di vita e scrive che “se uno non corrisponde alla sua vocazione e fosse di cattivo esempio per gli altri pensi che ciò è la sua malarovina”. Da queste parole del nostro Fondatore, si può intuire che ogni figlio del Beato Monti è responsabile, oltre che per sé, anche delle nuove vocazioni per l’Istituto. L’esempio di una vita buona, vissuta nella dedizione a Dio e nel servizio ai fratelli costituisce anche la migliore presentazione e il più efficace invito alla vita consacrata: infatti l’esempio buono trascina ed incoraggia, motiva ed ispira, propone e chiama.
- Viviamo questi giorni di preparazione immediata alla festa liturgica del nostro Beato disponendo il nostro cuore alla gratitudine per l’esempio di vita santa che ci ha lasciato Padre Monti. Allo stesso tempo prendiamo consapevolezza della nostra chiamata e impegniamoci a viverla con coerenza. Chiediamo infine che per l’intercessione del Beato Luigi, il Signore ci conceda la grazia di essere punto di riferimento per gli altri, di cercare sempre la compagnia del Signore. Se in qualche modo venisse meno questo nostro impegno, chiediamo al Signore di avere sempre in cuore che la sua grazia non vien mai meno. Anche se, lo sappiamo, spetta poi a noi ritrovare la strada giusta per riacquistare la fiducia e la confidenza con Lui.
Fratel Pierre Sampula, cfic.