Sabato 23 dicembre Sua Eminenza Rev.ma il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, ha presieduto l’Eucarestia nella Chiesa dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata per rivolgere ai malati, ai medici a tutto il personale ospedaliero, gli auguri per un Santo Natale. Il Card. Parolin, richiamando l’esempio e la testimonianza di dedizione verso i malati offerta del Beato Luigi M. Monti, ha invitato tutti a prendere esempio da lui, ricordando che la cura dei malati è raccomandata da Gesù stesso nel Vangelo, e per questo motivo è un’opera che per antichissima tradizione la Chiesa svolge e raccomanda. “La Chiesa – ha detto il Segretario di Stato – ha da sempre considerato l’assistenza agli infermi parte integrante della Sua missione anzi, come afferma Papa Francesco, considera le persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo, per accoglierlo e per servirlo. Curare un ammalato, accoglierlo, prendersi cura di Lui è servire Cristo. Il malato è la carne di Cristo. ”Tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me”.
”Nel solco del Carisma del Beato Luigi Monti, infermiere a Brescia durante l’epidemia di colera e poi all’ospedale Santo Spirito di Roma, dovunque apprezzato per le sue capacità professionali e soprattutto per la sua totale dedizione agli ammalati. Ai suoi figli spirituali, la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione ha lasciato come scopo quello di santificare se’ stesso e il prossimo servendo soprattutto i malati”, ha concluso il Card.Parolin.
Alla celebrazione, familiare e allo stesso tempo solenne, ha partecipato un folto gruppo di medici, amministrativi, il Consigli d’amministrazione al completo, oltre al Superiore provinciale, i Fratelli della Casa provinciale e della Casa generale. Particolarmente apprezzata la presenza del Presidente della Regione Lazio, Dott. Francesco Rocca, e del Direttore generale della Regione Dott. Alessandro Ridolfi.
Al termine della celebrazione Sua Em.za ha benedetto la statuina del Bambino Gesù che subito dopo è stata deposta nel presepio che si trova all’ingresso dell’ospedale, perché sia riferimento e segno per tutti coloro che – operatori e pazienti – che vi entrano.