“Il fine dell’istituto è di santificare sé stessi e il prossimo col servire a Dio nella disciplina regolare, nel servizio degli infermi, nell’educazione dei fanciulli orfani”: sono le parole che il nostro Fondatore, P. Luigi M. Monti, scrisse come articolo N. 1 delle Costituzioni da lui redatte. Si trovano ora come premessa alla nuova edizione delle Costituzioni, come elemento fondamentale, chiave ermeneutica di tutto quello che viene dopo.
Difatti, se questo è il fine, va da sé che a tanto compito sia necessario prepararsi e prepararsi bene, essendo altrimenti puramente velleitario il solo presumere di poter affrontare la santa montagna senza adeguato allenamento.
“Fine primario di tutta l’azione formativa – ribadisce la nostra Regola di vita entrando nel merito – è di creare nel religioso una solida vita spirituale, la quale consiste nel conformare la propria vita al Vangelo vivendo e praticando l’amore di Dio e del prossimo”.
Queste espressioni delle Costituzioni (art. 87) descrivono in maniera chiara il senso della terza parola – FORMAZIONE, appunto – scelta come chiave di lettura e guida dei lavori capitolari.
Conformare la propria vita al Vangelo è operazione che tocca ogni ambito del proprio essere e non può dirsi conclusa con qualche superficiale aggiustamento all’uno o all’altro aspetto del proprio carattere, del proprio comportamento…
Tale conformazione, insegnano i santi, è frutto di una conversione continua, di una dedizione mai paga, di un incondizionato riconoscimento della grandezza di Dio e, allo stesso tempo, della propria indegnità, perché “è solo l’amore che cambia il cuore; ogni altra conversione, che sia per paura del castigo o solo per amore della virtù, facilmente sfocia nella ribellione e nella superbia” (M° di S. Bartolo).
Il Capitolo generale della Congregazione, nello scegliere questo tema come guida dei propri lavori, intende anzitutto ribadire – e non potrebbe essere diversamente – l’importanza della formazione a tutti i livelli del cammino della Vita religiosa, coinvolgendo tutti i Fratelli, dal momento che non c’è momento della vita, situazione o ruolo che sia, ad essere esente dalla necessità di aprire il cuore e la mente, fare spazio a quanto il Signore ispira e prepararsi ad accoglierlo.
“La chiamata di Dio è rivolta a ciascuno di noi in ogni momento, esige una fedeltà sempre rinnovata ed una risposta duttile e attenta agli avvenimenti quotidiani della vita personale e del mondo. Il processo formativo, quindi, dura tutta la vita e non può dirsi concluso con la professione perpetua” (Norme, 45).
È altresì evidente che, per la Congregazione tutta, questo è un compito primario ineludibile, non delegabile e non differibile: nella formazione si trasmette il “codice genetico” della Congregazione, il DNA del carisma che le è affidato e che l’ha fatta nascere, e solo i “genitori” possono trasmetterlo ai figli.
Deriva da qui la priorità che la questione esige, e che è ben consapevolmente espressa nelle nostre regole: “La Congregazione considera suo massimo impegno promuovere nei propri membri lo sviluppo integrale della persona con una formazione religiosa e apostolica, dottrinale e tecnica adeguata agli scopi che professa e ai tempi che si vivono nella società e nella Chiesa” (art. 73).
E che non si tratti di un’azione a senso unico o, banalmente, di leggere qualche libro in più, lo testimoniano altre parole, un invito forte a non disperdere le opportunità della vita: “Il Fratello acquisti la capacità d’imparare dalla vita, attribuendo efficacia formativa alle sue attività ordinarie. Si senta chiamato a vivere con impegno formativo
qualunque situazione, considerandola un tempo favorevole per la crescita della sua vocazione” (Norme, 44).
Con la prospettiva di rendere sempre più efficace l’impegno formativo della Congregazione, già da tempo – nelle varie sedi – si lavora su un altro aspetto di capitale importanza per il tema in questione: la formazione dei formatori. Se ne è fatta eco anche la Commissione della Provincia Italiana (ma anche di altre giurisdizioni) nel ribadire la necessità di porre la massima cura nella formazione di quanti saranno, a loro volta, responsabili della formazione dei Fratelli: “La formazione del Fratello dipende non solo dalla saggezza degli ordinamenti, ma principalmente dall’idoneità dei responsabili dell’educazione e della loro unità di spirito e di cuore” (art. 75).
Aldilà tutte le iniziative, che potrebbero anche solo sembrare semplici strategie, rimane fondamentale la consapevolezza dell’azione dello Spirito, a cui dobbiamo affidarci perché si compia, in ciascuno di noi, il disegno di Dio.
Anche per questo ringraziamo quanti vorranno pregare con noi e per noi.
Padre mio, io mi abbandono a Te,
fa’ di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, Dio mio;
rimetto l’anima mia nelle tue mani
te la dono, Dio mio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un’esigenza d’amore
il darmi,
il rimettermi nelle tue mani,
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché Tu sei il Padre mio.
(P. Charles de Foucauld)